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Il contributo della psicoanalisi alla pedagogia
nel tempo presente

di Lorenzo Carrara

In questo difficile periodo storico - nel quale si accelerano ulteriormente i tempi di una sempre più rapida transizione da una società basata sulla produzione materiale (agricolo-industriale) ad una nuova società centrata sul terziario avanzato e sulla produzione di servizi immateriali – il rapporto tra genitori e figli si va disgregando, o, come qualcuno afferma, “sta evaporando”, con il rischio di dare luogo ad un vuoto incolmabile.

Le generazioni dei padri e quelle dei figli non comunicano più, perché non hanno più un linguaggio comune che le unisce ma anche perché i contenuti materiali, concettuali e valoriali dei mondi in cui vivono sono sempre più lontani e differenti. L'universo dei padri (e delle madri) e quello dei figli non sono in comunicazione: per gli adulti è molto difficile capire i propri figlioli, e questi ultimi non riescono più ad immedesimarsi nei valori e negli stili di vita dei propri genitori. Il rischio che questo comporta è enorme: da una parte si interrompe il flusso di calda emotività che nutre il bambino e gli conferisce senso di sicurezza e gioia di vivere, dall'altra viene meno per le giovani generazioni la possibilità di ammirare e dunque fare propri i valori sani e fondanti dell'etica della solidarietà e della condivisione incarnati dai propri padri. L'orizzonte di questo stato delle cose rischia di essere una società frammentata, implosa, nella quale l'individuo torna involutivamente ad una dimensione egocentrica ed egoistica dell'esistenza centrata sul proprio tornaconto personale e sul conflitto aperto e costante con gli altri.

Ma chi opera in ambito pedagogico e psicopedagogico non è disposto ad arrendersi di fronte a questa preoccupante prospettiva, e lavora per cercare di ricreare spazi e modalità positive di comunicazione tra le generazioni. In realtà, i bambini - stiamo qui centrando la nostra attenzione su una fascia di età che corrisponde a quella della Scuola Primaria, ma dovremmo effettivamente pensare a tutta la prima parte della vita, dall'infanzia all'adolescenza – hanno fame e sete di contatto umano e bisogno di aiuto nel loro percorso evolutivo, e lanciano quotidianamente messaggi in direzione delle loro figure di accudimento, sia quelle primarie (i genitori e la famiglia) che quelle secondarie (gli insegnanti). Sta a noi raccogliere questi messaggi, sta a noi aiutare i più giovani ad esprimere le proprie necessità come anche le proprie inquietudini, e nello stesso tempo aiutare i loro genitori ad ascoltare e a capire il significato di queste comunicazioni, che spesso vanno “decodificate” per coglierne fino in fondo il movente e le implicazioni. Da ultimo, il nostro ruolo ci consente anche di fornire ai genitori una gamma di strumenti (cognitivi e operativi) che li aiutino a gestire concretamente il difficile compito della genitorialità.

Sappiamo benissimo che genitori non si nasce ma si diventa. E sappiamo che non basta mettere al mondo un figlio per diventare genitori: se è vero come è vero che l'istinto materno non esiste, è però altrettanto vero che l'accuditività si può apprendere da chi sa accudire. Oggi abbiamo la fortuna di disporre di un patrimonio ricchissimo di cognizioni e metodologie di supporto al compito genitoriale, ed è sempre più possibile – ma anche più urgente – che queste cognizioni e metodologie vengano insegnate e apprese sia dai futuri genitori che da quelli che genitori sono già da anni.

Uno dei più validi strumenti al servizio di questo compito pedagogico complesso e impegnativo è costituito dalla psicoanalisi, e in particolare da quell'ambito di studio e operativo conosciuto sotto il nome di “Psicologia Psicoanalitica del Sé”, che centra la propria attenzione sui bisogni emotivi del bambino e sull'importanza di dare loro una risposta valida sia sul piano empatico che cognitivo. La Psicologia Psicoanalitica del Sé consente di capire a fondo e di gestire efficacemente le richieste che i bambini ci avanzano nelle fasi primarie della loro vita, e che se debitamente comprese e accolte facilitano grandemente il raggiungimento di un assetto di personalità stabile ed equilibrato, creativo e propositivo, capace di dare vita a relazioni soddisfacenti e reso solido da una adeguata dose di autostima.

pubblicato il 30 Settembre 2012