AISPsicoanalisi | | Materiali | | Contributi |
| Comunicazioni | | Contatti | |
___________________________________________________________________
email: aispsi@yahoo.com
Materiali di riferimento
Il concetto
di imago
(da Enciclopedia della Psicoanalisi, Laplanche e Pontalis, Bari,
Laterza, 2007)
- Prototipo inconscio di personaggi che orienta elettivamente il modo in cui il soggetto percepisce gli altri; l'imago è elaborata a partire dalle prime relazioni intersoggettive reali e fantasmatiche con l'ambiente familiare.
Il concetto di imago è dovuto a Jung, che descrive l'imago materna,
paterna, fraterna (1).
L'imago e il complesso sono concetti interconnessi, in quanto riguardano lo
stesso campo, cioè le relazioni del bambino nel suo ambiente familiare
e sociale. Ma, mentre il complesso si riferisce all'effetto sul soggetto dell'insieme
della situazione interpersonale, l'imago designa la sopravvivenza immaginaria
di uno dei partecipanti a tale situazione.
Spesso l'imago è definita come "rappresentazione inconscia";
ma bisogna vedere in essa, più che un'immagine, uno schema immaginario
acquisito, un cliché statico attraverso cui il soggetto considera l'altro.
L'imago può quindi obiettivarsi sia in sentimenti e condotte che in
immagini. Aggiungiamo che essa non va intesa come un riflesso del reale, neppure
più o meno deformato; per esempio, l'imago di un padre terribile può
benissimo corrispondere a un padre reale molto mite.
(1) C.G.Jung, Wandlungen und Symbole der Libido, 1911-12, Trad.It., Simboli della trasformazione, in Opere, vol.5, Boringhieri, Torino, 1970.